Il comunismo in Albania è morto ?

Il Comunismo in Albania è iniziato subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche se il dittatore Enver Hoxha ( tra i suoi amici più stretti troviamo: Stalin – Unione Sovietica e Fidel Castro - Cuba ) era in carica da prima che finIsse il conflitto. Il primo stato albanese è stato formato dopo la liberazione della stessa nazione ed era diretto dal Partito Comunista, in seguito chiamato Partito Socialista. Il nuovo governo iniziò col ricostruire l’Albania socialista; si dedicò poi alla struttura del partito e dello Stato: si era creata infatti, un’elite che gestiva l’economia e la politica del paese. A suo tempo, il dittatore E. H. creò legami politico-economici con altri paesi socialisti, soprattutto con l’Unione Sovietica, dalla quale ha preso l’ispirazione, infatti:

tolse le proprietà private a tutti i ricchi, sia nelle campagne che nelle città;
distribuì la terra ai semplici contadini;
trasformò in proprietà dello Stato tutte le fabbriche e le attività;
rese tutto proprietà dello stato.
Il lato positivo fu la ricostruzione del paese, secondo due tipi di piani: biennale e quinquennale. Con i piani biennali risolse i problemi più impellenti, mentre con quelli quinquennali pianificò la costruzione di fabbriche, strade, ferrovie, centrali energetiche, ospedali e scuole…

Per creare il tipo di società da lui desiderata, impostò la sua rigida dittatura appoggiato da persone a lui fedeli: l’elite politica. Il partito socialista era a capo dello Stato e per assicurarsi la continuità di ciò, attuò alcuni cambiamenti:

venne vietato il pluralismo, il partito socialista era l’unico esistente;
abolì la proprietà privata anche per i semplici contadini;
era vietato possedere un numero elevato di bestiame;
creò una dittatura totalitaria: nessuno osava infrangere le leggi e nessuno parlava male del Partito, rischio la condanna.
nessuno poteva abbandonare lo Stato, la pena sarebbe stata la condanna per l’intera famiglia;
i salari erano minimi, giusto lo stretto necessario per sopravvivere;
diffuse l’idea che l’Albania era il paese più avanzato dove tutti erano felici.
Fino ad un certo periodo, riuscì nel suo intento. I lati positivi di questa dittatura furono:

la completa ricostruzione del paese dopo la seconda guerra mondiale;
il costante impegno per l’istruzione dell’intera popolazione;
rese gratuite l’istruzione e l’assistenza medica;
lottò senza pietà contro la criminalità ( i ladri ed i traditori dello Stato potevano incombere addirittura nella penna di morte);
rese obbligatoria l’occupazione per tutto il popolo in età lavorativa; chi non lavorava era definito un parassita ed aveva continui problemi con lo Stato;
lo Stato forniva un posto di lavoro a tutti gli studenti che avevano appena terminato l’università a seconda della laurea conseguita.
Il dittatore non pretese mai il vero e proprio comunismo; lo definiva irraggiungibile in un solo paese, in quanto secondo lui per raggiungere il vero comunismo, esso doveva trionfare in tutto il mondo. Egli pretendeva la totale costruzione del socialismo.

Oggi il comunismo in Albania esiste sotto forma di mimetismo ?

7 commenti:

  1. Il comunismo in Albania non è morto viva Edi Rama

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  2. Il comunismo in Albania non è morto viva Edi Rama

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  3. Il comunismo in Albania esiste ancora viva Edi Rama il comunista vero in ALbania

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  4. Il comunismo in Albania esiste ancora viva Edi Rama il comunista vero in ALbania

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  5. Il comunismo in Albania esiste ancora viva Edi Rama il comunista vero in ALbania

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  6. Movimenti comunisti - In questa voce sono elencati e analizzati i movimenti politici che si richiamano al comunismo, il cui scopo è la realizzazione di una società socialista attraverso un'azione rivoluzionaria, ritenendo che non vi sia altra via se non in casi particolari.

    I movimenti che si possono ricondurre a questa definizione sono molti, vari e talvolta in contrasto tra loro. Inizialmente sono caratterizzati da un'ideologia marxista-leninista che considera prioritaria l'azione rivoluzionaria. L'organizzazione del partito s'imposta come movimento di massa all'interno del quale si deve formare una dialettica sulle iniziative e le modalità di azione.

    L'impostazione deve mantenere comunque saldi i principi del socialismo scientifico e l'azione internazionalista per lo scioglimento degli stati nazionali e il superamento del capitalismo. Con la vittoria, nella guerra civile russa e la conquista del potere, il partito bolscevico sovietico perde parte del suo carattere rivoluzionario per assumere una veste più burocratizzata e verticistica sotto il potere di Stalin. In questa nuova fase si formano molti partiti e movimenti che si rifanno al modello stalinista, caratterizzati per una maggior specificità da un'impronta nazionalista.

    La fine della seconda guerra mondiale libera l'URSS dal complesso dell'accerchiamento fondendogli una serie di stati satelliti e la possibilità di finanziare movimenti rivoluzionari comunisti e socialisti in chiave anticoloniale e antistatunitense. In questo periodo si organizzano movimenti comunisti che si distanziano dall'ideologia marxista formandone una propria o aggiungendo semplicemente un carattere di uguaglianza sociale e di proprietà statale dei mezzi di produzione a un programma di liberazione dal giogo coloniale o a una ricerca di egemonia di stampo etnico-cuturale.

    Alcuni esempi possono essere il maoismo, il sandinismo, il lumumbismo e gran parte dei movimenti terzomondisti. Spesso lungo il loro percorso storico mutano gli obbiettivi e le modalità con le quali raggiungerli. Con la fine dell'URSS i movimenti e i partiti di ispirazione stalinista tendono a sciogliersi e a rifondarsi su basi socialiste o socialdemocratiche; i movimenti che sono sorti dalla lotta di liberazione coloniale tendono a mantenere il nome e il potere modificando i concetti comunisti aprendosi al mercato e alla libera iniziativa.

    Per ogni Stato si possono identificare partiti, organizzazioni stabili che partecipano alla vita politica sia in elezioni pubbliche che in clandestinità, associazioni e organizzazioni guerrigliere e terroriste, movimenti, organizzazioni instabili che mobilitano temporaneamente un certo numero di persone per influire sulla società, l'economia o la politica.

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  7. Periodo comunista
    Dal 1946 al 1990 l'Albania fu uno stato nazional-comunista estremamente isolazionista, stalinista e anti-revisionista, che dedicò poche energie alla cooperazione politica anche con gli altri stati comunisti del Patto di Varsavia dominato dall'Unione Sovietica in quanto quest'ultima, con l'ascesa al potere di Nikita Kruscev aveva assunto una forte opposizione al culto della personalità di Stalin, dopo la pubblicazione del rapporto "Sul culto della personalità e le sue conseguenze". Il regime di Enver Hoxha, terminò con la sua morte nel 1985.

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